DESCRIZIONE
Pianta con portamento arboreo (altezza fino a 25 metri) o arbustivo; spesso ceduato, con forte attività riproduttiva agamica, i pollonispuntano sia dal colletto sia dalle radici.
Corteccia di colore marrone chiaro molto rugosa.
Foglie imparipennate, lunghe fino a 30-35 cm con 11-21 foglioline ovate non dentate lunghe fino a 6 cm con apice esile. Aperte di giorno mentre la notte tendono a sovrapporsi.
Fiori bianchi o crema, lunghi circa 2 cm simili a quelli dei piselli, riuniti in grappoli pendenti. Frutti a forma di baccello prima verdi poi marroni lunghi circa 10 cm, deiscenti a maturità.
Presenza di numerose spine lunghe e solide sui rami più giovani.
DISTRIBUZIONE
Questa pianta in Europa è ormai ampiamente naturalizzata.
La sua estrema adattabilità la fa trovare a suo agio dai litorali ai 1.000 metri di quota delle ombrose valli submontane. La conseguenza è la formazione di boschi con una ridotta varietà di specie arboree.
La rapida diffusione di questa specie non è stata contrastata, anzi in passato la robinia è stata spesso diffusa dall'uomo perché molto apprezzata per i suoi numerosi vantaggi.
Oggi la robinia è presente praticamente in tutta Italia, con particolare riferimento al Piemonte alla Lombardia, al Veneto e alla Toscana.
Viene diffusamente coltivata in piantagioni da legno in vari paesi europei ed extraeuropei. è diffusa anche in Africa.
Per ridurre la diffusione della robinia all'interno dei boschi nei quali si è insediata, è necessario lasciare invecchiare le piante, in quanto la relativamente modesta longevità della specie determina un deperimento relativamente precoce delle piante.
è da evitare il taglio dei polloni in quanto ciò non farebbe che rinvigorire le piante. La soppressione totale della pianta di robinia può avvenire scorticando la prima parte di corteccia della base dell'albero e lasciando che la pianta, nel giro di due mesi, "secchi in piedi". L'interruzione degli scambi linfatici infatti non solo uccide l'apparato aereo ma anche l'apparato radicale determinando l'impossibilità per la pianta di produrre polloni.
ECOLOGIA
La robinia pseudoacacia è una pianta eliofila, che non si rinnova facilmente sotto parziale copertura, trova l'ottimo nei suoli sciolti e ben drenati, anche poveri di nutrienti ed a reazione subacida, mal si adatta ai terreni molto argillosi.
In Italia è presente dal livello del mare fino a circa 1000 m di quota nel centro nord e fino a 1600 m nel meridione.
Come tutte le leguminose, è in simbiosi radicale con microrganismi azotofissatori e quindi può arricchire il suolo di azoto.
Nel complesso, la robinia è una specie pioniera, che però (almeno al di fuori del suo areale di vegetazione naturale) presenta una limitata longevità (60-70 anni) e quindi nelle zone più fertili è specie transitoria che può essere gradualmente sostituita da altre specie più longeve.
USI
Molti sono i vantaggi di questa specie.
- Protezione: in Europa questa pianta si è diffusa velocemente e oggi è possibile trovarla ovunque, soprattutto lungo le ferrovie e scarpate, questo perché è una pianta a crescita veloce e con un apparato radicale molto sviluppato, questo permette di rafforzare le scarpate evitando che franino. Essendo inoltre dotata di elevata capacità pollonifera, la sua diffusione viene favorita dal taglio a cui la sottopongono gli agricoltori per ricavarne legname.
- Ornamentale: per i suoi fiori a grappolo, bianchi e profumati.
- Mellifero: dai suoi fiori le api producono un ottimo miele molto apprezzato (infatti il classico miele di acacia è in realtà di R. pseudoacacia)
- Legname: il legno è di colore giallo, ad anelli ben distinti, duro e pesante (p.s. 0,75).
- è inoltre un ottimo combustibile e viene usato per lavori di falegnameria pesante, per puntoni da miniera, per paleria (i tronchi lasciati in acqua per alcuni mesi in autunno e inverno acquisiscono una particolare tenacia), per mobili da esterno e per parquet. In Lombardia risulta essere la specie più tagliata nei boschi.
- Miglioratrice del terreno: come tutte le leguminose è inoltre una pianta che si avvale dei benefici dell'azotofissazione simbiontica.
- I fiori sono commestibili. In particolare nella campagne del Veneto (dove è anche nota con diversi nomi dialettali: cassia, gazìa, gadhìa, robina) vengono infatti consumati fritti in pastella dolce e conferiscono alla frittella un profumo soave e un sapore particolarmente squisito. Tuttavia, il resto della pianta (fusti e foglie) contiene una sostanza tossica per l'uomo. La sua tossicità d'altra parte non è universale e alcuni animali se ne cibano. Le capre ne sono ghiotte e ne consumano in quantità senza alcuna conseguenza negativa.